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Manutenzione auto, quando una riparazione può arrivare a 100.000 euro | La stangata finale

Manutenzione auto – autoruote4x4.com (foto iStock)

Portare l’auto dal meccanico è sempre un’esperienza piuttosto traumatica a causa della brutta sorpresa che ci portiamo a casa all’ora di saldare il conto

Quando ribadiamo che la manutenzione dell’auto è una pratica che può aiutare a far risparmiare soldi su tutto il ciclo di vita del veicolo, stiamo affermando che talvolta sarebbero sufficienti alcuni controlli in più per non trovarsi a pagare importi considerevoli in un’unica soluzione.

Come avremo avuto modo di notare, le cifre per gli interventi di riparazione in officina sono schizzate alle stelle negli ultimi anni, complice la crisi degli approvvigionamenti che sta colpendo duramente tutto il settore.

Motivo per cui, oggi più di ieri, è sempre molto importante fare attenzione a tutta la fase di riparazione di un componente, a partire dalla diagnosi e dal preventivo.

Due aspetti che non vanno mai sottovalutati se non vogliamo rischiare di trovare brutte sorprese in fattura all’ora di saldare il conto dal meccanico. Quel che si consiglia in questi casi è richiedere sempre un preventivo scritto prima di iniziare qualsiasi intervento.

L’importanza di diagnosi e preventivo

Alcuni meccanici infatti hanno il vizietto di addebitare lavori magari non richiesti e non concordati in fase di consegna dell’auto, oppure tendono a occultare qualche informazione importante sull’importo totale da pagare, nella fattispecie si tratta spesso del costo di manodopera, una variabile che potrebbe far la differenza nella scelta dell’officina a cui rivolgersi. Ecco perché nella maggior parte dei casi ci troviamo sempre a pagare molto di più di quello che ci era stato detto al telefono con un primo e sommario preventivo.

Ci sono volte però che i poveri e bistrattati meccanici non c’entrano nulla con i costi che può raggiungere una riparazione. Soprattutto se si tratta di mettere mano a tecnologie all’avanguardia ancora poco diffuse sul mercato e che richiedono componentistica di grande valore. Sappiamo già come alcuni componenti possono arrivare a costare anche migliaia di euro, come alcuni catalizzatori per quanto riguarda le auto a motore termico, o le batterie delle auto elettriche. Ancora però ci mancava il componente più caro in assoluto: le celle a combustibile.

Hyundai ix35 FCEV – autoruote4x4.com (foto Google.com)

Una riparazione da 103.000 euro: ma come è possibile?

Questa tecnologia ancora poco diffusa, si trova installata sulle auto che utilizzano l’idrogeno per produrre elettricità. A differenza delle auto elettriche, i veicoli a idrogeno non hanno bisogno di pesanti batterie, ma solo di celle a combustibile dove l’idrogeno, combinato con l’ossigeno, produce acqua e al contempo genera l’energia elettrica per alimentare il veicolo. Le vetture a celle a combustibile, come la Hyundai ix35 FCEV, funzionano proprio così. Ma mai e poi mai uno dei pochi possessori di quest’auto, Till Westberg, si sarebbe immaginato quello che gli spettava di pagare. Dopo 7 anni di utilizzo e 84.000 km, il signor Till ha infatti scoperto che la riparazione della sua Hyundai ix35 FCEV avrebbe comportato un costo di 103.000 euro, principalmente a causa della rarità e complessità di alcune parti, proprio come la cella a combustibile.

Hyundai è intervenuta sulla questione evidenziando che il modello ix35 FCEV è un prodotto di tecnologia avanzata ma fabbricato in serie limitata, cosa che avrebbe avuto una forte influenza sul valore totale della riparazione. L’azienda ora sta cercando soluzioni alternative per il signor Westberg, anche se l’unica più ragionevole sarebbe quella di cambiare auto. Questo vicenda fa luce sulle criticità che nel caso dell’idrogeno si devono affrontare nell’introdurre questa tecnologie sul mercato, anche se si sta rivelando molto promettente. Nonostante le celle a combustibile garantiscano un futuro più ecologico, allo stesso tempo richiedono standardizzazione e riduzione dei costi.