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Hai una Tesla e vuoi la guida autonoma avanzata senza pagare per l’optional? C’è un sistema per farlo

Badge Tesla – autoruote4x4.com (foto MagellanoTech.com)

Si tratta di metodo che consentirebbe libero accesso non solo al sistema di guida autonoma Full Service Driving gratuitamente, ma anche al riscaldamento dei sedili

Elon Musk ha in questo ultimo anno portato Tesla a infrangere ogni record. Nel bene e nel male, si intende. Da una parte perché ha posizionato l’azienda in vetta alle classifiche di vendita di auto elettriche.

Dall’altra parte perché, nonostante il nome Tesla sia sinonimo di auto elettrica per eccellenza, quest’anno continui scandali hanno visto protagonista il marchio americano.

Partiamo ad esempio dal mega richiamo di oltre 1 milione di veicoli avvenuto qualche mese fa in Cina, ai continui problemi di assemblaggio e componentistica apparentemente di scarsa qualità. Vedi il recente scandalo del pedale dell’acceleratore che si spezza perché fatto in plastica.

Per passare all’ultimissimo problema riscontrato nella Model 3 e ai continui moniti da parte degli organi competenti in sicurezza stradale, preoccupati per l’affidabilità del suo sistema di guida autonoma di livello 2 chiamato Autopilot.

L’ultima segnalazione sulla Model 3

Per quanto concerne l’ultima segnalazione di difettosità della Model 3, ciò che sappiamo è che la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha avviato un’indagine a seguito di 12 segnalazioni riguardanti una “perdita di controllo” dello sterzo e del servosterzo. Non si tratta proprio di due cose insignificanti. L’indagine si focalizza sulle segnalazioni di incapacità di guidare il veicolo e sulla perdita del servosterzo, che causa uno sforzo molto maggiore per controllare l’auto.

Fino ad ora non ci sono stati feriti o decessi a causa di questi problemi, ma è stato segnalato un incidente correlato a questo malfunzionamento. L’indagine tuttora in corso coinvolge circa 280.000 veicoli Model 3 e Model Y assemblati proprio quest’anno. Ancora non si sa come andrà a finire, ma a seconda dei risultati della valutazione preliminare, potrebbe essere necessario un richiamo in massa per risolvere la problematica. 

Violato il sistema di infotainment: libero accesso a funzionalità a pagamento – autoruote4x4.com (foto MagellanoTech.com)

Violato il software, sbloccato l’accesso a funzioni a pagamento

Insomma il fenomeno Tesla è unico al mondo: Musk è un genio del marketing e ha una visione del business che in pochi riescono ad avere. Malauguratamente però, in questa sua corsa verso le vette dell’automotive, lascia sul campo morti e feriti senza batter ciglio (nel senso letterale del termine). Istituisce segretamente task force all’interno dell’azienda appositamente per zittire i reclami rognosi dei clienti, ma a quanto pare c’è qualcuno che gli sta dando ben più filo da torcere rispetto a qualche indagine sulla sicurezza.

Anche Tesla ha le sue vulnerabilità digitali. Un team di ricercatori è riuscito infatti ad hackerare una Tesla Model 3 e ad ottenere l’accesso a funzionalità normalmente a pagamento, come i sedili riscaldabili posteriori e la guida autonoma di livello più avanzato, utilizzando una tecnica basata su una manipolazione dell’alimentazione del processore AMD del sistema di infotainment. Il team si è definito quello degli “hacker dal cappello bianco“, con l’intento di dimostrare vulnerabilità e falle di sicurezza per migliorare la protezione dell’auto. La notizia ha sollevato preoccupazione, perché l’hacking ha messo in luce gravi vulnerabilità sulla protezione del sistema di controllo contro gli accessi non autorizzati. In questo caso l’intento sembra essere stato di carattere puramente dimostrativo e benevolo, ma ricordiamo che l’installazione di funzionalità a pagamento senza autorizzazione della casa madre potrebbe violare normative e diritti di proprietà intellettuale, quindi occhio a rifarlo a casa.